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giovedì 29 gennaio 2009

Canzoni per Carnevale


La canzone delle mascherine
Un saluto, a tutti voi;
dite un po’ chi siamo noi?
Ci guardate e poi ridete?
Oh! mai più ci conoscete!
Noi scherziam senza far male,
Viva, viva il Carnevale!
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai
bei ciociari
comarelle
vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!
Vi doniamo un bel confetto,
uno scherzo, un sorrisetto;
poi balliamo
poi scappiamo.
Voi chiedete: Ma chi siete?
Su pensate,indovinate.
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai
bei ciociari
comarelle
vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!

Arriva, arriva il Carnevale!


Poesie di Carnevale
Filastrocca di Carnevale
Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
una montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve e beve e all'improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è ritornato.
(Autore: Gabriele D'Annunzio)

Filastrocca viva viva il Carnevale
Viva viva il carnevale,
con il pepe e con il sale
la tristezza manda via
e ci porta l'allegria!
Fischi canti suoni e balli
la vecchietta vuol ballare
ed il nonnetto vuol cantare.
Ad un tratto vedo il babbo
travestito da indiano.
Chi si veste da Arlecchino
chi da Zorro o da Pinocchio
chi da gatto o da fatina
da pagliaccio o da soldato!
Com'è bello Carnevale
che schiamazza per le strade
fa scordare ogni male.
Viva viva il Carnevale.
(Inviata da Livia)




Il vestito di Arlecchino
G.Rodari
Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
"Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta".

BRIGHELLA
Son Brighella, attaccabrighe.
Ho la casacca con le righe
righe verdi ed alamari
sempre le tasche senza denari
mangio molto, non spendo mai
niente soldi e niente guai!

Viva i coriandoli di Carnevale
Gianni Rodari
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell'allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l'assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia,
tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.



Carnevale
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
-Colombina, - dice, - mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: - E’ carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.


Carnevale
Che fracasso!
Che sconquasso!
Che schiamazzo,
mondo pazzo!
E’ arrivato Carnevale
buffo e pazzo,
con le belle mascherine,
che con fischi,
frizzi e lazzi,
con schiamazzi,
con sollazzi,
con svolazzi di sottane
e di vecchie palandrane,
fanno tutti divertir.
Viva, viva Carnevale,
che fischiando,
saltellando,
tintinnando,
viene innanzi e non fa male;
con i sacchi pieni zeppi
di coriandoli e confetti,
di burlette e di sberleffi,
di dispetti,
di vestiti a fogge strane,
di lucenti durlindane,
di suonate,
di ballate,
di graziose cavatine,
di trovate birichine!


Colombina
Vestito bianco
ho di bucato,
verde il grembiule
come un prato.
Dalla cuffietta
di tutti i colori
i riccioli
scappano fuori.

Carnevale
E’ tornato Carnevale.
Per la strada, tra un inchino
e una buffa riverenza,
vanno allegri un Arlecchino,
Colombina, Pantalone,
Corallina, Balanzone,
e Rosaura con Brighella
a braccetto a Pulcinella.
"Fo’ l’inchino......Serva sua"
"E io fo’ la riverenza, Eccellenza....!"
E giù risa, scherzi, grida e schiamazzi
di fanciulli e di ragazzi

I Burattini
Son di legno, son piccini,
colorati i vestitini;
sempre buoni e obbedienti,
svegli, allegri e sorridenti:
son delizia dei bambini.
che invenzione i burattini!
Quando alcun non li molesta,
dormon tutti in una cesta:
se ne stanno in compagnia
tutti, in pace ed armonia,
come tanti fratellini.
che gioia i burattini!
Pulcinella ed Arlecchino,
Stenterello e Meneghino,
con Brighella e Pantalone,
Colombina e Balanzone,
fanno ridere i bambini.
Viva, viva i burattini!

martedì 27 gennaio 2009

Alcune parole per la pace




PACE

LAVORATE SULLA PACE
OGGI
E TUTTI I GIORNI
CHE SEGUONO.
COSI'
NON SI POTRA'
DIMENTICARE.
(Mira)




SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case;

Voi che trovate tornando la sera

Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce la pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole:

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri cari torcano il viso da voi.
Primo Levi


Prima vennero per gli ebrei
" Prima vennero per gli ebrei

e io non dissi nulla

perchénon ero ebreo.

Poi vennero per i comunisti

e io non dissi nulla

perchénon ero comunista.

Poi vennero per i sindacalisti

e io non dissi nulla

perché non ero sindacalista.

Poi vennero a prendere me.

E non era rimasto più nessuno

che potesse dire qualcosa."
Martin Niemoeller



È piccolo il giardino

profumato di rose,

è stretto il sentiero

dove corre il bambino:

un bambino grazioso

come il bocciolo che si apre:

quando il bocciolo si aprirà

il bambino non ci sarà.

Franta Brass, nato a Brno il 14.9.1930morto ad Auschwitz il 28.10.1944

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,

di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,

come una lacrima di sole

quando cade

sopra una roccia bianca

- così gialla, così gialla!

-l’ultima,volava in alto leggera

aleggiava sicura

per baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giorno

sarà la mia settima settimana di ghetto...

Ma qui non ho visto nessuna farfalla.

Quella dell’altra volta fu l’ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedmann, da Vedem, 4.6.1942



Una macchia di sporco

dentro sudicie mura

e tutt’attorno il filo spinato

30.000 ci dormono...

Sono stato bambino tre anni fa.

Allora sognavo altri mondi.

Ora non sono più un bambino,

ho visto gli incendi

e troppo presto sono diventato grande.

Ho conosciuto la paura,

le parole di sangue, i giorni assassinati...

Alla luce di una candela m’addormento

forse per capire un giorno

che io ero una ben piccola cosa,

piccola come il coro dei 30.000,

come la loro vita che dorme

laggiù nei campi, che dorme

e si sveglierà,aprirà gli occhi

e per non vedere troppo

si lascerà riprendere dal sonno...

Hanus Hachenburg, da Vedem, settembre 1944



Non cresce più l’erba ad Aushwitz,

non una spiga di grano

rigogliosa nel suo essere.

Batte la pioggia eterna,

fredda, inesorabile

sulla ruggine dei pali

sui grovigli di ferro dei recinti

lungo la pianura nordica.

Gela la Vistola

e gela il nostro animo

al cospetto della morte,

la terra sterile non accoglie più

i semi fecondi

che le porgono a piene mani.

Ecco il macabro spettacolo

dinanzi ai nostri occhi inorriditi.

Come può un uomo essere spogliato,

deriso, marchiato;

come una donna essere umiliata,

sfruttata, ingannata.

Non hanno più la forza di ricordare

i reduci di Aushwitz:

una ferita profonda solca i loro cuori,

acqua e sangue scorrono nel vuoto.

Non cresce più un fiore

in questa terra maledetta,

nessuna colomba di pace

sbatte le sue candide ali

né si posa sugli aridi rami.

Vinta dall’esito di tanto orrore

mi prostro in ginocchio piangendo

per i nostri fratelli Abele

crocifissi e dissolti nel vento …

mille poi mille ancora,

sei milioni di Ebrei massacrati…

Aleggia lo spettro di un incubo

perenne nel silenzio dei loro occhi,

gridano al loro Dio:

"Quando tutto ciò avrà fine?"

. Mi unisco alla loro preghiera,

una lacrima fende il mio viso

come una lama tagliente,

la nostra carne grida ancora vendetta,

inspiro l’aria satura di piombo.

Il mio animo sussulta

e un fremito d’orrore mi coglie:

nei Balcani, in Cambogia, in Ruanda

si continua a crocifiggere.

Perdono per quanti hanno ucciso anche la Speranza:

non sapevano quel che facevano.

Anna Maria

martedì 13 gennaio 2009

Magico Inverno



di Marino Moretti-La neve

ll bimbo guarda alla finestra i fiocchi

taciti, ch'empion turbinando l'aria,

guarda la strada bianca e solitaria,

che non ha che un ombrello e due marmocchi.

E guarda la casina dirimpetto,

che è agghiacciata dal vento e dalla bruma,

ma che pur nel silenzio freddo fuma

con la pipa del suo comignoletto.

Sorride il bimbo nel suo caldo covo,

ed è stupito perchè i fiocchi, a un tratto,

d'un paesello nero e vecchio han fatto

un paesello tutto bianco e nuovo.

di Renzo Pezzani-La neve
Viveva in una nuvola

come una gatta in soffitta:

stanotte, zitta zitta

la neve è caduta giù.

Cosa diranno i bambinia vederla,

già morta

sui gradini della porta.

come un povero caduto lì?

Aveva freddo e nessuno gli aprì.


L. Galli -Freddo

Muta il cielo

muta il vento.

Sono tutti un sol tremore

gli alberelli

miserelli.

Dalla grande nube oscura

ora vien la tramontana

C'è per tutta la campagna

il silenzio e lo squallore.

Gli insettucci,

ad uno ad uno,

son spariti sotto terra.

Le formiche hanno sbarrato

il portone ai formicai.

Fin la talpa s'è rinchiusa

disturbata un pochettino

dal buon tasso, suo vicino,

suo compagno di ritiro

che, in pelliccia giallo-scura,

tondo tondo,grasso grasso,

russa russa

come un ghiro.


di Roberto Piumini, Lucia Castelli, Giovanni Caviezel-Bella è la neve bianca

Bella è la neve bianca,

meraviglioso gioco:

ma non se il tetto manca,

ma non se manca il fuoco.

Avventuroso è il vento,

per vele ed aquiloni:

ma non se il fuoco è spento,

o rotti gli scarponi.

Le stelle su nel cielo,

che visione stupenda:

ma non se sei nel gelo,

e dormi in una tenda.

di Gianni Rodari-Il gatto inverno

Ai vetri della scuola stamattina

l'inverno strofina

lo sua schiena nuvolosa

come un vecchio gatto grigio:

con la nebbia fa i giochi di prestigio,

le case fa sparire

e ricomparire,

con le zampe di neve

imbianca il suolo

e per coda ha un ghiacciolo...

Sì signora maestra,

mi sono un po' distratto:

ma per forza, con quel gatto

con l'inverno alla finestra

che mi ruba i pensierie

se li porta in slitta

per allegri sentieri.



di Gianni Rodari-Primo gelo

Filastrocca del primo gelo

gela la neve caduta dal cielo,

gela l'acqua del rubinetto,

gela il fiore nel suo vasetto,

gela la coda del cavallo,

gela la coda,

gela la statua sul piedistallo.



di Gianni Rodari-L'omino di neve

L'omino di neve,

guardate che caso,

non ha più naso

Vorrei imitare questo paese

adagiato

nel suo camicedi neve.

e ha solo un orecchio:

in un giorno di sole

è diventato vecchio!

Chi gli ha rubato un piede?

È stato il gatto,

bestia senza tatto.

Per un chicco di grano

una gallina

gli becca una mano.

Infine, per far festa,

i bambini

gli tagliano la testa.



di Corrado Govoni -L'acquazzone

Di nubi grige

a un tratto

il ciel fu sporco;

e il tuono brontolò

con voce d'orco.

Si cacciò avanti,

lungo lo stradone,

carta, foglie ed uccelli

il polverone.



Grazia Deledda-Le nubi

Vagavano in lenta processione,

bianche come

spuma lattea,

gonfie, bislunghe, ricciute,

ondulate e dalle forme piu strane.

Alcune, piu basse,

annaspavano i loro fiocchi

attorno alle guglie rocciose;

alte, superbe,

bianche come la neve;

navigavano sull'azzurro

inseguite da un corteo

di nembi e di cirri;

altre ancora, più sottili e trasparenti,

parevano lembi di garza leggera

o fiocchi di

bambagia cardata dal vento.



Giuseppe Fanciulli-Piove

Piove,

e sembra un gran pianto del cielo.

L'asfalto delle strade cittadine luccica;

e luccicano gli ombrelli,

i cappucci dei cappotti impermeabili.

Nei campi, i fossi gonfi di acqua borbottano.

I fiumi corrono limacciosi in piena

e portano innanzi quanto

hanno rapinato dalle prode.

Le case quasi spariscono

tra i veli della pioggia,

tra i vapori che salgono dalla terra

e lentamente vanno

a confondersi con le nuvole bigie.



di Luigi Ruber-Comignoli freddolosi

Or che la neve ha coperto

d'un manto i campi e i prati,

i comignoli sul tetto deserto

sono contenti di. stare aggruppati.

L'uno all'altro vicini,

si sussurrano parole di attesa;

aspettano che giù nei camini

un po' di legna venga accesa.

E, quando una nuvoletta

di fumo s'alza

e si accinge a volare,

sospirano: «Va'! Cerca in fretta

la primavera, e falla tornare! »



Ignazio Drago-Canzonetta del freddo

Stasera pure il vento

si vorrebbe scaldare:

implora il suo lamento

ad ogni casolare.

Non ho più fiato

per proseguire:

sono freddo gelato,

mi pare di morire;

svegliate il fuoco

che mi riscaldi un poco.

La fontanella ch'è rimasta sola

a recitar la filastrocca

in mezzo alla piazzola

si sente la parolagelare sulla bocca.

Se il fuoco è spento

e pure il ventodi freddo geme,

la fontanella teme

per quella cosa viva

ch'è la sua acqua sorgiva.

Balbetta

dalla paura stretta

con voce piana

più piana

lontana.

E poi rimane zitta e sola

con uno zipolo di ghiaccio in gola.



di F. De Pisis-Come faranno le vecchine...

Nel gran silenzio bianco

della neve,

soffice coltre

sulla terra nuda,

più dolce il suono

delle campane

delle prime messe.

Come faranno

a uscire le vecchine?

La neve ha fermato le porte.

Accendono un lumino

accanto al letto bianco

s'avviano,

portate dal lor angelo custode

e dalla loro semplice fede.

Dammi il cuore degli umili o Signore!


giovedì 1 gennaio 2009

Poesie sull'anno che verrà.

Che sia un buon inizio
All'inizio del nuovo anno
prego il Signore
di concedere la pace,
la concordia,la tranquillità nell'ordine
e nel rispetto dei diritti
di ogni persona umana,
senza cui il mondo
non può avanzareverso traguardidi progresso e di civiltà
Giovanni Paolo II


da Come un gioco .Anno nuovo
Anno nuovo, vecchia annata,
l'uno viene, l'altra va.
Mezzanotte è rintoccata:
anno nuovo, eccoti qua.
Anno bambino che vieni
in questa notte serena,
di gioia i tuoi giorni sian pieni,
senza dolore né pena.
Porta i pesci ai pescatori,
buon raccolto ai contadini,
i leoni ai domatorie i giocattoli ai bambini.
Porta i treni ai ferrovieri,
il lavoro agli operai,la farina ai panettierie
che il pane non manchi mai.

di L. Salvatore Augurio
Ecco l'anno misterioso
col cappuccio sopra gli occhi,
che tra un turbine di fiocchi
viene avanti pensieroso.
Viene e bussa ad ogni tetto
il viandante giovinetto,
viene e bussa ad ogni cuore,
forse in cerca di tepore.
lo lo prego che sia buono,
porti pace, amor, lavoro,
che ogni giorno rechi un dono...
che sia un anno dal cuor d'oro...

Poesia di Gianni Rodari.Il futuro
Il futuro, credetemi,
è un gran simpaticone,
regala sogni facili
a tutte le persone.
« Sarai certo promosso »
giura allo scolaretto.
« Avrai voti lodevoli,vedrai,
te lo prometto ».
Che gli costa promettere?
« Oh, caro ragioniere,
di cuore mi congratulo;
lei sarà cavaliere!».
« Lei che viaggia in filobus,
e suda e si dispera:
guiderà un'automobile
entro domani sera».
«Lei sogna di ..far tredici? »
Ma lo farà sicuro!
Compili il suo pronostico
ci penserà il futuro!
Sogni, promesse volano...
Ma poi cosa accadrà?
Che ognuno avrà il futuro
che si conquisterà.


di Gianni Rodari.L'anno nuovo
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

di A. Ferraresi.All'anno vecchio
Anno che te ne vai, se mi hai veduto
far bizze, dispettucci e cose brutte,
nel tuo fardello portale via tutte...
Ti ringrazio di cuore e ti saluto
anno che vieni; portami un pacchetto
pieno zeppo di buone qualità.
Voglio che tutti dicano: - Quest'ometto
s'è fatto giudizioso in verità.